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La telefonata del Papa: Francesco ha chiesto di conoscere la storia di Mattia

“Buongiorno, sono papa Francesco, ho ricevuto la sua lettera”. Così di domenica mattina il Pontefice ha esordito al telefono con Luciana Gallus di Teulada, in Sardegna, madre di Mattia Montei, un ragazzo di 28 anni affetto da tetroparesi spastica. La donna aveva scritto una lunga lettera al Santo Padre raccontando la storia di suo figlio, le difficoltà, accusando lo Stato e le istituzioni di averla dimenticata anche solo per l’acquisto di un letto ortopedico per il quale aveva chiesto aiuto alla Regione, ricevendo meno di quanto servisse ad acquistarlo, e chiedendo al Pontefice di pregare per lei e per il suo ragazzo. “Alle 9 in punto è squillato il telefono – racconta all’ANSA Luciana – inizialmente non avevo capito, poi appena il Santo Padre ha parlato ho compreso che non era uno scherzo e mi sono emozionata”.
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La storia di Mattia
Papa Francesco ha chiesto di conoscere la storia di Mattia. “Mattia ha perso la madre naturale quando aveva sette mesi – racconta la donna – io ho sposato suo padre e amo Mattia come fosse mio figlio: i figli sono di chi li cresce, Mattia è una scelta del cuore, una scelta d’amore”. Il 28enne non vede, non parla e non cammina e necessita di essere accudito costantemente. Lo scorso anno è arrivata l’urgenza di cambiare il letto, prendendone uno più adeguato al quadro clinico. “A settembre ho fatto richiesta alla Regione – ricorda Luciana – ma mi sono sentita abbandonata dall’istituzione: mi hanno messo a disposizione solo 1.100 euro che non erano sufficienti a comprare il nuovo letto. Non ho accettato questa decisione e ho deciso di lottare. Non è per problemi di soldi, ma è stata una questione di principio. I tagli fatti dalla Regione creano problemi a tante famiglie di disabili. Così ho scritto anche al Santo Padre per raccontare la mia storia e chiedere di pregare per noi”.

L’appello

Contemporaneamente la mamma ha lanciato un appello sui social subito raccolto dalla Fioto Sardegna, la Federazione italiana degli operatori in tecniche ortopediche che le ha regalato il letto. “Nonostante anche il settore degli ortopedici sia in difficoltà mi hanno aiutata – conferma Luciana – E oggi è arrivata la telefonata di papa Francesco”. La chiamata è durata poco meno di 10 minuti. “Il papa ha detto che pregherà per noi, per questo figlio prediletto, riferendosi a Mattia – svela commossa la donna – mi ha detto che Mattia mi è stato affidato dal Signore come un dono e mi ha fatto coraggio e ringraziata per aver accolto mio figlio. Porterò con me quelle parole per sempre”. La famiglia di Mattia è conosciuta dalla Santa Sede.

Una lunga lotta
“Venti anni fa sono stata ricevuta in udienza da Giovanni Paolo II – racconta Luciana – come anni dopo ci ha ricevuti Benedetto XVI”. Non è nemmeno la prima volta che la mamma di Teulada lotta per suo figlio. “Nel 2011 gli era stata sospesa la pensione – ricorda – ho fatto cinque giorni lo sciopero della fame e della sete e alla fine è stata reintegrata. Questa estate, poi, ho combattuto perché gli era stato negato lo spazio per stare al mare nello stabilimento balneare militare. Non smetterò mai di lottare per mio figlio”, promette Luciana.

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