Monthly Archives: March 2014

L’amico Rocco Auciello ha avuto un grave malore e ha subito un delicatissimo intervento. Chiedo a tutti gli amici di Incipit di pregare per lui!

Che voglia di spazi, di oceani, di cieli e d’eternità nell’attimo! Ora a quasi sessant’anni come quando ne avevo venti! Solo il vento è cambiato ma non l’onda! Il colori della vita sono arcobaleno e ombra, pastello, china, matita. Semplice una preghiera disegna i voli ed il sorriso della trasparente realtà Rocco Auciello, La poesia […]

Nel tempo dell’esilio, che cosa viene donato?… Per usare le parole di Péguy… il catechismo della parrocchia natale, quello dei bambini piccoli

Voci femminili di Testori: La monaca di Monza.

Ma quanti di quelli che s’ amano veramente non tentano d’avere con il corpo, una verità più profonda, una verità che sfugge sempre come un’ombra, anche quando s’abbracciano, anche quando rotolano, felici o dannati, dentro un letto? Il corpo è lo strumento, il mezzo datoci per raggiungere la felicità, inevitabilmente connessa all’amore. Sebbene queste donne […]

“Se esser femmina signifiga la sira slungasciarsi in sul letto e, di poco in poco, come in un ventro materno, insognarsi del niente e reposare”.

La morte non è che la dichiarazione e la conferma ufficiale della prima e insuperabile sconfitta che è rappresentata dalla nascita. Tutto il peso che in Testori ha il sesso insanguinato va inteso in questa direzione: si nasce per soffrire in maniera orribile, per essere schiacciati dall’amore, per non arrivare a conoscere Dio. La Ledi […]

Pinter al Teatro SpazioUno di Roma

Scritto nel 1991, in questa originale messa in scena contaminata con inserzioni di altri testi celebri del drammaturgo, la superficialità dell’incontrarsi e le nevrosi delle coppie per le quali affrontare la vita è negazione di ogni virtù, egoismo, rancore, supremazia ridicola, viene rappresentata con gli attori sempre in scena, a giro, intorno alle loro futili […]

“Ho sempre pensato che la pazienza, una pazienza interminabile, sia il dono più grande che la donna porti da sempre nella storia anche in ordine alla speranza”.

Naturalmente tale pazienza può, per dir così, serrarsi in una sorta di urgenza che la contrae tutta, non già in qualcosa che assomigli alla fretta, ma in qualcosa che, appunto, coincide con l’ultimatività.

Dall’amore per la vita nasce l’odio per la morte: “C’è in me un disperato e orrendo amore per la vita. La realtà è che io ho in odio la violazione… E la donna è la violazione prima, la ferita originaria…. “

Invece , per una specie di nodo ancestrale, nel mio amore per la donna c’è insieme l’attrazione e la repulsione per la voragine, il precipizio, il risucchio da cui tutto è uscito. Io non odio la donna, ma la nascita che ha origine da lì, dal suo ventre”