Accadere e sbucare

Cesare Pavese all’origine

L’attesa rimane come un brivido sulla pelle

Accadere e sbucare sono tra i verbi usati in modo più suggestivo e struggente da Cesare Pavese. Come in Feria d’agosto, con l’esaltante scoperta del mito dei luoghi unici dell’infanzia e la solitudine della vivere quotidiano della città, squarciato quale ferita nell’azzurro marmo della piscina proprio dal tornare del germe dell’attesa, brivido sul corpo nudo.

Ma nulla è veramente accaduto e il ragazzo non sapeva d’attendere ciò che adesso sfugge al ricordo. E ciò che non accade al principio non può accadere mai più (La vigna, Feria d’agosto).

Ma siamo tutti inquieti, chi seduto e chi disteso, qualcuno contorto, e dentro di noi c’è un vuoto, un’attesa, che ci fa trasalire la pelle nuda (Piscina feriale, Feria d’agosto).

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