Volti, gesti, luoghi. Omaggio al Maestro della Fotografia Alberto Manodori Sagredo

Fotografia e viaggio alla Società Geografica di Roma

Mercoledì 27 febbraio 2013 alle ore 16.30, alla presentazione dei volumi Le icone fotografiche del “Grand Voyage” tra fine Ottocento e primo Novecento [2012, Bologna – Bononia University Press]; Volti gesti e luoghi nella Roma di Pio IX (1850-1870) [2012, Roma – UniversItalia]; I fondali fotografici (1850-1950) e le loro tipologie[2013, Roma – UniversItalia].” curati dal Prof. Alberto Manodori Sagredo, docente di Storia della Fotografia all’Università degli Studi di Roma «Tor Vergata», presso l’Aula Giuseppe Dalla Vedova” di Palazzetto Mattei in Villa Celimontana (Roma – Via della Navicella n. 12).. Ingresso è gratuito.

Interventi di Osvaldo AvalloneDirettore della Biblioteca Nazionale Centrale di RomaGabriele Borghini, Docente di Storia dell’Arte Lazzaro Rino CaputoDocente di Letteratura Italiana, Università “Tor Vergata”Marina FormicaDocente di Storia Moderna, Università “Tor Vergata”Paolo PagnottellaPresidente dell’Associazione Nazionale Marinai d’ItaliaMaria Concetta PetrolloDirettore della Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte della Biblioteca Vallicelliana, eFranco SalvatoriPresidente della Società Geografica Italiana. Sarà presente l’autore.

A chiusura dell’evento sarà offerta una degustazione di vini a cura dell’azienda agricola Casale del Giglio

Tre libri di contenuto diverso della stesso autore sono uniti tra loro da una medesima necessità: strappare dall’oblio e dalla damnatio memoriae o dai tentativi agiografici gli eventi più significativi della storia della fotografia a partire dai primi anni dell’Ottocento.

Le icone fotografiche del “Grand Voyage” tra fine Ottocento e primo Novecento [2012, Bologna – Bononia University Press]

Il Grand Tour, viaggio aristocratico della formazione culturale e spirituale sui luoghi della civiltà italiana prima, poi d’Europa e infine orientale, comprensiva dell’enigmatico Egitto, può considerarsi concluso nella sua consolidata tradizione con l’avvento della borghesia benestante, che ne ricalca gli itinerari, munita di guide indicanti non solo le località e i monumenti da visitare, ma anche gli alberghi, i ristoranti, le sedi d’ambasciate e tutte le altre notizie utili ad un viaggio comunque assistito. E’ la civiltà industriale che si impone con i nuovi mezzi di trasporto, le nuove strade e i trafori montani, le navi a vapore, i treni, il telegrafo e, non ultima, la macchina fotografica e la sua funzione di memoria oggettiva e documentaria. Si può, infatti, affermare che il confine ultimo del Grand Tour coincide, sotto il profilo temporale, con l’avvento della fotografia. E’ bene allora abbandonare la denominazione di Grand Tour e trovarne una ad essa sostitutiva, pur nel proseguimento ideale dello stesso viaggio, ora più breve ma sempre volto alla conoscenza culturale. Questa nuova realtà sociale del viaggio culturale in Italia, Europa, Egitto e Medio Oriente fino alla Turchia, può essere chiamata Grand Voyage.

Volti gesti e luoghi nella Roma di Pio IX (1850-1870) [2012, Roma – UniversItalia]

Nel tempo del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia è sembrato opportuno ricordare non solo i protagonisti del Risorgimento, i patrioti, i volontari alle armi, i garibaldini e le tante donne mosse da alti ideali di patria e di libertà, ma anche coloro che difesero lo status quo degli stati preunitari, che caddero, fedeli al giuramento fatto al sovrano e alla bandiera, nel vano, quanto ormai anacronistico, sforzo di salvare le grandi o piccole unità statali come quella del Granducato di Toscana, dei ducati di Parma e Piacenza o di Modena e Reggio, del Regno delle Due Sicilie e dello Stato della Chiesa. Il loro agire fu, infatti, l’unico possibile in quanto il solo coerente con la situazione istituzionale alla quale quei cittadini e quei soldati si sentivano convintamente e profondamente legati.

Un numero considerevole di fotografie, custodite nei tanti archivi, grandi e piccoli, pubblici e privati, d’Italia, della storia del Risorgimento, costituiscono la memoria del nostro presente.

In esse si conserva la traccia di volti, gesti e luoghi di un passato che ha determinato la configurazione storica, culturale e politica del nostro presente.

Così è ed è stato per i tanti stati preunitari d’Italia, tra i quali  ultimo a cadere, lo Stato della Chiesa nelle sue più strette funzioni temporali. La storia suonava alle porte di Roma ma la resa fu dignitosa e le glorie della città eterna restano visibili sui tanti monumenti romani, nelle splendide chiese e nei nobili palazzi, nelle collezioni museali, nella ricchezza di biblioteche e archivi e nelle tante fotografie, dove l’attimo di un tempo non tramonta mai.

I fondali fotografici (1850-1950) e le loro tipologie [2013, Roma – UniversItalia]

Perché i fotografi, fin dall’inizio della storia dell’arte della fotografia, si preoccupavano di organizzare una scena alle spalle dei clienti, che si rivolgevano loro perché ne eseguissero il ritratto?

Si ritiene che la ragione di tanta attenzione d’allestimento di una sorta di quinta di sfondo sia stata la presenza, nella formazione estetica e culturale degli stessi fotografi, come anche in quella dei clienti, della tradizione pittorica, che fin dal Quattrocento amò raffigurare scene o elementi vari alle spalle o accanto al soggetto, che avessero puntuale riferimento con i fatti della sua vita. D’altronde il più famoso dei ritratti, La Gioconda, mostra una scena paesaggistica, che è tanto importante quanto il ritratto della Monna Lisa. Così vediamo flotte navali da guerra alle spalle degli ammiragli veneziani o tappeti orientali vicino a quelli degli ambasciatori a Istanbul o in Siria. Il ritratto e la scena, o meglio, il ritratto e la storia. Perché la scena dipinta costituiva il contesto storico del personaggio o quanto doveva trasferirsi alla sua persona, anche se indirettamente, come nel caso de La Gioconda.

Quindi la tradizione pittorica fu fortemente determinante nella formazione dell’iconografia del ritratto fotografico e del fondale che gli sta alle spalle

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