L’Otello di Pasolini con la canzone di Modugno

“Straziante e meravigliosa bellezza del creato”

Il monumento a Pasolini, nel luogo della sua morte, all’Idroscalo tra Ostia e Fiumicino, sul litorale di Roma, è oggi ad un passo dal nuovo porto, una galleria di negozi e di barche, anche di lusso, ormeggiate tutto l’anno. Ci arrivo in un’alba livida, non ancora decisa tra il sole e la pioggia. Il luogo, dopo il parcheggio del porto, rimane squallido, in una natura decomposta, quasi inumana, tra sterpi e rovi. Dall’altra parte della strada, un castelletto che aveva, se non ricordo male, ispirato Pasolini per un suo “corto”.
Ma si può immaginare qui, anche negli sozzi prati dei dintorni, la scena finale di Che cosa sono le nuvole?

Alla fine del “corto” due burattini-marionette (umane) ormai malconci, perché malmenate dal pubblico quando Otello (Ninetto Davoli) con la complicità di Jago (Totò) vengono prelevate dallo spazzino (Domenico Modugno) e gettate nella discarica alla periferia di Roma. Per la prima volto Otello-Ninetto vede le nuvole: quanto so belle, quanto so belle… Cosa sono, dice a Jago-Totò: Le nuvole risponde con un sorriso bellissimo il grande attore napoletano: “Straziante e meravigliosa bellezza del creato”.
Pasolini commenta: in quel momento i burattini diventano uomini!

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