la luce cambia volto. In Brasile, Belo Horizonte, dove ho trascorso una splendida settimana per un convegno su Calvino, siamo in inverno

Italo Calvino, cominciare….

Da Cominciare e finire (doveva essere la prima delle Lezioni americane, poi scartata): l’inizio come distacco dalla molteplicità dei possibili, dall’universalità che si vorrebbe descrivere:
Ogni volta l’inizio è questo momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore l’allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili […] L’inizio è anche l’ingresso in un mondo completamente diverso: un mondo verbale. […] Passata questa soglia si entra in un altro mondo […] L’inizio è il luogo letterario per eccellenza perché il mondo di fuori, per definizione, è continuo, non ha limiti visibili.
[…] Forse è questa ansia per il problema del cominciare e del finire che ha fatto di me più uno scrittore di short stories che di romanzi, quasi che non riuscissi a mai convincermi che il mondo ipotizzato dalla narrazione è un mondo a se stante, autonomo.

Motivo e parola, Motiv und Wort, lo slogan della critica stilistica, caro a Leo Spitzer, e in Italia a Emerico Giachery, per cui oggetto dell’interesse della critica o, meglio, ermeneutica letteraria, è “ogni analisi di linguaggio o di struttura che risulti utile a meglio intendere il senso o i sensi del testo, la sua specificità, il suo, spesso complesso, messaggio. Nella convinzione di un nesso profondo, ma non meccanico, tra i grandi temi archetipici della letteratura, la visione del mondo dello scrittore e lo stile”.
Motivo e palavra, Motiv und Wort, o slogan da crítica estilística, caro a Leo Spitzer e, na Itália, a Emerico Giachery, segundo o qual o objeto de interesse da crítica, ou melhor, hermenêutica literária, é “toda análise de linguagem ou de estrutura que seja útil para melhor entender o sentido ou os sentidos do texto, a sua especificidade, a sua – muitas vezes complexa – mensagem. Na certeza de um nexo profundo, mas não mecânico, entre os grandes temas arquetípicos da literatura, a visão do mundo do escritor e o estilo”.

L’incipit è un esempio macroscopico di questo profondo nesso: tecnica di esordio letterario e profondo motivo esistenziale e antropologico che riguarda la ricerca di una origine e di una novità perenne: “Vorrei poter scrivere un romanzo che fosse solo un incipit, che mantenesse per tutta la sua durata la potenzialità dell’inizio, l’attesa ancora senza oggetto”
O incipit é um exemplo macroscópico deste nexo profundo: técnica de exórdio literário e profundo motivo existencial e antropológico que diz respeito à busca de uma origem e de uma novidade perene: “Gostaria de poder escrever um romance que fosse somente um incipit, que mantivesse por toda a sua duração a potencialidade do início, a expectativa ainda sem objeto”

Che non sia solo una questione di tecnica letteraria è chiaro in questo fondamentale passaggio de La giornata d’uno scrutatore, 1963, III capitolo: nei grandi movimenti della storia, politici, di pensiero, legati ad una idea di sacro, sembra “solo il momento in cui comincia, in cui tutte le energie sono tese, in cui non esiste che il futuro”
Que não é apenas uma questão de técnica literária fica claro nesta passagem fundamental de O dia de um escrutinador, 1963, capítulo III: nos grandes movimentos da história, políticos, de ideias, ligados a uma ideia de sacro, parece “apenas o momento em que começa, em que todas as energias estão tesas, em que não existe senão o futuro”

In quegli anni (il secondo dopoguerra) la generazione d’Amerigo… aveva scoperto le risorse d’un atteggiamento finora sconosciuto: la nostalgia. Così nella memoria, egli prese a contrapporre allo scenario che aveva davanti agli occhi il clima che c’era stato in Italia dopo la liberazione, per un paio d’anni di cui ora gli parava che il ricordo più vivo fosse la partecipazione di tutti alle cose e agli atti della politica, ai problemi di quel momento, gravi ed elementari… ricordava l’aspetto della gente d’allora, che pareva quasi ugualmente povera, e interessata alle questioni universali, più che alle private.
[…]
Dunque quello che conta d’ogni cosa è solo il momento in cui comincia, in cui tutte le energie sono tese, in cui non esiste che il futuro? Non viene per ogni organismo il momento in cui subentra la normale amministrazione, il tran-tran?

Da Cominciare e finire (doveva essere la prima delle Lezioni americane): l’inizio come distacco dalla molteplicità dei possibili, dall’universalità che si vorrebbe descrivere. De Começar e terminar (deveria ser a primeira das Lições Americanas): o início como distanciamento em relação à multiplicidade dos possíveis, à universalidade que se quer descrever.

Ogni volta l’inizio è questo momento di distacco dalla molteplicità dei possibili: per il narratore l’allontanare da sé la molteplicità delle storie possibili […] L’inizio è anche l’ingresso in un mondo completamente diverso: un mondo verbale. […] Passata questa soglia si entra in un altro mondo […] L’inizio è il luogo letterario per eccellenza perché il mondo di fuori, per definizione, è continuo, non ha limiti visibili.

[…]
Forse è questa ansia per il problema del cominciare e del finire che ha fatto di me più uno scrittore di short stories che di romanzi, quasi che non riuscissi a mai convincermi che il mondo ipotizzato dalla narrazione è un mondo a se stante, autonomo.

La tentazione di un libro che racchiuda tutto l’universo del possibile e la coscienza di poter descrivere solo “un pulviscolo di possibilità che si aggregano e disgregano”. Così i libri di Calvino sono spesso (Cosmicomiche, Città invisibili, Palomar) micro racconti dentro una cornice, con incipit ben studiati, per “iniziare sempre”.
A tentação de um livro que contenha todo o universo do possível e a consciência de poder descrever apenas “uma nuvem de possibilidades que se agregam e desagregam”. Assim, os livros de Calvino são muitas vezes (As Cosmicômicas, As Cidades invisíveis, Palomar) micro-contos dentro de uma moldura, com incipits bem estudados, para “iniciar sempre”.

Scriveva già nel 1964, nella nota alla ristampa del suo primo libro del 1946, Il sentiero dei nidi di ragno che il primo libro è questo inizio, questo distacco. Da una parte dunque la fascinazione, dall’altra la scelta, sempre parziale rispetto all’universo raccontabile:
Em 1964 já escrevia na nota da reedição de seu primeiro livro, A trilha dos ninhos de aranha, de 1946, que o primeiro livro é esse início, esse distanciamento. De um lado, portanto, a fascinação, do outro, a escolha, sempre parcial em relação ao universo narrável:

Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita, il primo libro già ti definisce mentre tu in realtà sei ancora lontano dall’essere definito
Da Se una notte d’inverno un viaggiatore (dal capitolo VIII) il brano celebre sull’inizio-incipit, nel diario (ironicamente autobiografico per certi aspetti) dello scrittore in crisi Silas Flannery:

De Se um viajante numa noite de inverno (capítulo VIII) a passagem célebre sobre o início-incipit, do diário (ironicamente autobiográfico em certos aspectos) do escritor em crise Silas Flannery:

Sulla parete di fronte al mio tavolo è appeso un poster che mi hanno regalato. C’è il cagnolino Snoopy seduto di fronte alla macchina da scrivere e nel fumetto si legge la frase: «Era una notte buia e tempestosa…» Ogni volta che mi siedo qui leggo: «Era una notte buia e tempestosa…» e sento l’esaltazione d’un inizio al quale potranno seguire svolgimenti molteplici, inesauribili […] Da quando ho questo poster appeso davanti agli occhi non riesco più a terminare una pagina. […] La fascinazione romanzesca che si dà allo stato puro nelle prime frasi del primo capitolo non tarda a perdersi nel seguito della narrazione: è la promessa di un tempo di lettura che si stende davanti a noi e che può accogliere tutti gli sviluppi possibili. Vorrei poter scrivere un romanzo che fosse solo un incipit, che mantenesse per tutta la sua durata la potenzialità dell’inizio, l’attesa ancora senza oggetto. Ma come potrebb’essere costruito un libro simile?

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