Il comunicato stampa della Bompiani per la scrittrice ucraina premi Nobel

Tempo di seconda mano (SVETLANA ALEKSIEVIČ)

In occasione del Premio Nobel per la Letteratura a

SVETLANA ALEKSIEVIČ

Tempo di seconda mano
La vita in Russia dopo il crollo del Comunismo, Bompiani, Traduzione e cura di Nadia Cicognini e Sergio Rapetti – pag. 778, euro 24

“Per me non e tanto importante che tu scriva quello che ti ho raccontato, ma che andando via ti volti a guardare la mia casetta, e non una ma due volte”. Così si è rivolta a Svetlana Aleksievič, congedandosi da lei sulla soglia della sua chata, quella contadina bielorussa. La speranza di avere affidato il racconto della sua vita a qualcuno capace di vero ascolto non poteva essere meglio riposta. Far raccontare a donne e uomini, protagonisti e vittime e carnefici, un dramma corale, quello delle “piccole persone” coinvolte dalla Grande Utopia comunista, che ha squassato la storia dell’URSS-Russia per settant’anni e fino a oggi, e il cuore del lavoro letterario di Svetlana Aleksievič.
Questo nuovo libro, sullo sfondo del grande dramma collettivo del crollo dell’Unione Sovietica e della tormentosa e problematica nascita di una “nuova Russia”, costituisce il coronamento ideale di un lavoro di trent’anni: qui sono decine i protagonisti-narratori che raccontano cos’e stata l’epocale svolta tuttora in atto: contadini, operai, studenti, intellettuali, dalla semplice militante al generale, all’alto funzionario del Cremlino, al volonteroso carnefice di ieri forse ormai consapevole dei troppi orrori dello spietato regime che serviva. Nonchè misconosciuti eroi sovietici del tempo di pace e del tempo di guerra, i quali non sanno rassegnarsi al tramonto degli ideali e alle mediocri servitù di un’esistenza che, rispettando solo successo e denaro, esclude i deboli e gli ultimi. E’ uno spaccato della tramontata “civiltà sovietica”, quasi un’enciclopedia dei sogni dell’“uomo rosso”, fecondata dal dono che ha l’autrice di saper penetrare l’anima di coloro che hanno vissuto quell’epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un “tempo di seconda mano”.


Svetlana Aleksievič è nata in Ucraina nel 1948, da padre bielorusso e madre ucraina, entrambi insegnanti nelle scuole rurali. Giornalista e scrittrice, e nota soprattutto per essere stata cronista, per i connazionali, dei principali eventi dell’Unione Sovietica della seconda meta del XX secolo. Fortemente critica nei confronti del regime dittatoriale in Bielorussia, e stata perseguita dal regime del presidente Aleksandr Lukašenko e i suoi libri sono stati banditi dal paese. Dopo dodici anni all’estero, ora e tornata a Minsk. Ha pubblicato libri tradotti in oltre quaranta lingue e ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra gli ultimi il Premio per la pace degli editori tedeschi alla Fiera di Francoforte (2013), il Prix Medicis essai (2013) e il Premio Masi Grosso d’Oro Veneziano (2014). Nel 2013 il suo nome figurava tra i candidati al premio Nobel per la letteratura.

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