“In my beginning is my end”: il titolo del libro di Tiziano Terzani, La fine è il mio inizio, ora anche film nella sale cinematografiche in questi giorni, è immagine centrale in East Coker il secondo dei Four Quartets (Quattro Quartetti) di Thomas Stearns Eliot, ripreso dal motto di Maria Stuarda “En ma fin est mon commencemente” e incrociato con quello di Eraclito: “Il principio e la fine sono la stessa cosa”. Le ceneri del grande poeta riposano al cimitero di East Coker, villaggio del Somersetshire da dove proveniva un suo antenato. Nella chiesa accanto una targa ricorda le parole che Eliot stesso scelse come epitaffio, il verso di inizio e quello finale di East Coker: “in my beginning is my end / in my end is my beginning (nel mio principio è la mia fine / nella mia fine è il mio principio)”. Nel mezzo del cammin della vita, dalla selva oscura delle le due guerre mondiali, il poeta ci conduce attraverso un oscuro Venerdì Santo dell’umanità (continua nei prossimi post):
Nel mio principio è la mia fine. Volta per volta
Le case si alzano e cadono, crollano, sono ingrandite,
Son demolite, distrutte, restaurate, o al loro posto
C’è un campo aperto, o una fabbrica, o una strada….
Nel mio principio è la mia fine. Ora la luce cade
Piena sul campo aperto, lasciando la strada incassata
Al riparo dei rami…..
Nel mezzo, non solo nel mezzo del cammino
Ma per tutto il cammino, in una selva oscura tra i rovi
Sull’orlo d’un pantano, dove il piede non è sicuro,
E tra minacce di mostri, luci fantasctiche,
Col rischio dell’incantesimo. Non voglio sentir parlare
Della saggezza dei vecchi, bensì della loro follìa,
La loro paura della paura e della frenesia, la loro paura del possesso,
Di appartenere ad un altro, o ad altri, o a Dio.
La sola saggezza che possiamo sperare di ottenere
la saggezza dell’umiltà. L’umiltà è sconfinata.
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