Vivi e fammi vivere, ora che la mia vita non vive più.

Bonnefoy nel carcere minorile di Nisida

“La poesia è uno strumento formidabile per trasgredire le espressioni ordinarie e riflettere sulle cose importanti. Abbiate fiducia nei vostri versi”.

Così il grande poeta francese Yves Bonnefoy ai giovani reclusi nel carcere minorile di Nisida, l’isoletta davanti a Napoli. “Mi sentivo chiuso in rappresentazioni troppo strette e le parole mi davano invece la possibilità di andare oltre. Perciò ho cominciato a scrivere”, ha ancora detto il poeta in frasi riportate dal Corriere della sera del 27 ottobre, che trascrive anche alcuni versi dei giovani detenuti o ex detenuti:

Vivi e fammi vivere, ora che la mia vita non vive più”.

“E’ stata un’intrusa la detenzione nella mia vita. E per uscire ho fatto fatica. E tu sofferenza non farmi più male. Ho già sofferto abbastanza per la mia libertà”.

Volevo farla finita ma la voglia di vivere è più forte di prima”.

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